Benvenuti nell’unico sito dedicato alla “Pastinaca sativa”, una pianta straordinaria che ha affascinato e nutrito l’umanità per secoli. Il suo nome scientifico rivela le sue radici come varietà “da semina,” selezionata da una progenitrice spontanea diffusa in prati e incolti in tutta Europa, dalle pianure fino a un’altitudine di 1500 metri. Questa pianta erbacea si distingue per i suoi steli cavi, profondamente solcati, e per il fogliame simile a quello del sedano. Tra le foglie spiccano infiorescenze a ombrello di un vibrante colore giallo. La parte più preziosa, la sua radice, è un fittone di colore biancastro che cresce in dimensioni notevoli nelle varietà coltivate ed è il protagonista indiscusso nella preparazione di minestre e zuppe.
Nel passato, gli agricoltori che lavoravano la terra manualmente, senza l’ausilio di macchinari, conoscevano bene questa pianta. Le sue foglie verdi erano considerate intoccabili dagli erbivori, grazie al sapore naturalmente repellente che la natura ha fornito per proteggere la radice.
La pastinaca era un elemento comune nei dipinti dei secoli XVI e XVII, e persino in una moneta d’argento della Repubblica romana del I secolo a.C., confermando che gli antichi romani apprezzavano questa radice.
L’interesse per questa radice è antico, come suggerito dal suo nome. Alcuni ritengono che derivi dal greco “panakeia,” composto da “pan” (tutto) e “akos” (rimedio), da cui deriva l’italiano “panacea,” un rimedio che promette di curare tutti i mali. La pastinaca è davvero un ortaggio nutriente e ricco di minerali, tra cui potassio, fosforo e calcio. Jean Valnet, un famoso fitoterapista francese (1920-1995), la descrive come un ortaggio energetico, diuretico, disintossicante, antireumatico ed emmenagogo, ovvero un attivatore del flusso mestruale. Per coloro che combattono con l’eccesso di peso, la pastinaca può rivelarsi un prezioso alleato.
Le varietà più celebrate della pastinaca risalgono ai secoli XVII e XVIII, epoca in cui l’inglese John Parkinson (1567-1650), uno dei primi botanici moderni, la definiva un “cibo sovrano” e la preferiva bollita e stufata con burro, soprattutto durante la Quaresima. Si sa che le radici, lasciate in terra durante l’inverno, accumulano amido e dolcezza grazie al gelo. Sebbene la coltivazione della pastinaca abbia perso terreno a vantaggio delle moderne varietà di carote e patate, apprezzate per il loro aspetto, in Italia la pastinaca era molto popolare nel Cinquecento e sta vivendo una rinascita nelle cucine contemporanee. Questa pianta rustica e poco esigente si è rivelata un ingrediente incredibilmente versatile, sia crudo che cotto.
In questo sito cercheremo di esplorare la rinascita della pastinaca nell’arte culinaria contemporanea e scoprire tutte le sue meraviglie.